Psicologia del traffico
Non so a voi, ma a me, mentre mi muovo in bici, capita spesso di vedere gente al volante della propria auto che fa di tutto: fumare, usare il cellulare, truccarsi e finanche leggere il giornale. E’ gente che sta “aspettando” gli indispensabili navigatori con tv incorporata. Ci giurerei. Osservando l’uomo (ma anche la donna) alla guida, capisci che il dispositivo per la sicurezza stradale più importante che ci sia non è l’airbag o la cintura di sicurezza, ma il nostro cervello. Come lo usiamo non è indifferente. Perchè ci distraiamo? Quando smettiamo di essere prudenti? C’è una propensione agli incidenti? Di questo si occupa la Psicologia del traffico e della sicurezza stradale.
Si tratta di una disciplina ancora poco diffusa in Italia, ma già affermata in altre nazioni europee. Tra i pochi lavori in lingua italiana a disposizione di chi volesse approfondire proprio la valenza psichica della sicurezza stradale ci sono Psicologia del traffico – Analisi e trattamento del comportamento alla guida di Max Dorfer edito da McGraw-Hill di cui vediamo la copertina qui a lato e Psicologia del traffico uscito qualche anno fa per ti tipi di Arcipelago e curato da Luigi Fasce che abbiamo sentito in una intervista rilasciata ai microfoni di Città del Capo – Radio Metropolitana.