Il Faro a pedali del Centro Antartide
L’ecoproiettore del Centro Antartide è un faro da teatro (tipo occhio di bue) in grado di proiettare una luce intesa e localizzata anche a grande distanza. L’estensione dell’area illuminata e l’intensità dell’illuminazione possono essere regolate. Il faro è alimentato con l’energia elettrica prodotta da quelli che il Centro Antartide ha definito “bicigeneratori”. I bicigeneratori ideati e costruiti da Danilo Traverso e funzionano in questo modo. La bicicletta è privata della ruota anteriore e fissata ad una base di ferro che la sostiene. Il pneumatico posteriore è a contatto con una puleggia collegata ad un generatore elettrico. Quindi quando si pedala si fa muovere la ruota che a sua volta aziona il generatore. Il generatore è un motore a magneti pernamenti.
In pratica è un motore a funzionamento reversibile: se gli si dà corrente si mette in moto, se si mette in movimento eroga corrente. Da lì esce una corrente a circa 12 volt che varia di tensione e intensità a seconda della velocità di rotazione. Proprio per via di queste grandi variazioni la corrente non può essere usata così com’è se non per degli usi molto semplici come accendere una lampadina. Per usi più “raffinati” la corrente va a caricare una batteria di tipo automobilistico. La batteria è collegata ad un inverter che trasforma la corrente continua a 12 volt della batteria in corrente alternata a 220 volt ed è provvisto di una comune presa a cui si può collegare l’apparecchio che si vuole alimentare. L’unico vincolo è dato dalla potenza assorbita. Senza scaricare la batteria si possono utilizzare apparecchi che consumano un massimo di 150 watt circa. Per apparecchi che consumano di più, come nel caso del nostro faro, si deve prima caricare la batteria in modo da disporre di una “riserva” di energia. In questo caso la bici serve quindi a precaricare la batteria e a tenerla parzialmente in ricarica durante l’utilizzo.
In pratica bisogna pedalare per un tempo più lungo di quello per il quale si usa l’apparecchio.