
Egregio Candidato Sindaco,
ecco per lei 5 domande e alcune considerazioni dal punto di vista di chi va in bicicletta.
1- Il suo programma prevede un piano pedonale e ciclabile per Bologna?
2- Come pensa di ridurre le emissioni di anidride carbonica e di inquinanti da traffico in città?
3- Pensa che la mobilità sostenibile si possa (si debba) finanziare con multe e piani sosta?
4- La ripartizione modale del traffico a Bologna è fortemente sbilanciata verso l’uso privato dell’auto. Che percentuale di spostamenti in bicicletta ritiene possano essere raggiunti da Bologna nel corso dei prossimi 5 anni?
5- La saggezza ciclosofica dice: “Per far bene alla bicicletta bisogna andare in bicicletta”: si impegna a usarla, durante i suoi spostamenti quotidiani?
Tra le città gemellate con Bologna c’è anche
Portland. In questa bella metropoli dell’Oregon, negli Stati Uniti, c’è un uso della bicicletta che è tra i più alti del mondo. Infatti, stando a una classifica stilata dal tour operator
Virgin Vacations, Portland è seconda solo ad Amsterdam. Quella classifica, ovviamente, non contempla Bologna. Eppure la nostra città non ha handicap particolari. Anzi: il
clima non è più inclemente di quello di Amsterdam o di Monaco o di Bolzano; il
territorio è tutt’altro che impervio e c’è nella storia passata di queste terre d’Emilia una grande
tradizione legata a questo mezzo di trasporto. Una tradizione preservata in città come Ferrara e progressivamente smantellata sotto le due torri. Perché è accaduto questo? Il problema del mancato decollo della mobilità ciclistica a Bologna ritengo sia innanzitutto culturale e politico. A Bologna da quindici anni (dai tempi di
Imbeni) non si incontra più un sindaco in bicicletta.