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L’uomo, compresi i suoi ancestri dai quali ha ereditato le attitudini, è nato nella savana.
L’uomo è, come dire, un animale da savana.
Nella savana, se si vuole mangiare e non essere mangiati, bisogna correre.
Da bisogno, il correre si connatura all’essere e diventa anche gioco, dà piacere.
Questo spiega il fascino sempre attuale delle pratiche sportive, delle gare,dei giochi.
L’uomo ama correre, ma anche lo spettacolo della corsa.
Con la civiltà e soprattutto con la civiltà moderna, l’uomo tende o è costretto per mancanza di spazio, ad abbandonare la corsa, il gioco.
Ne ricava però malessere, in quanto il correre, il movimento, è anche fonte di benessere.
Correre sì, ma a quale velocità?
Per milioni di anni l’uomo ha corso a piedi (15- 20 km/h)
Poi, ma solo da alcune migliaia di anni, anche a cavallo (20-40 km/h)
In questa gamma c’è la velocità fisiologica, che dà gioia.
Dopo, con l’invenzione del motore, l’uomo ha potuto correre a velocità più alte, molto più alte. 60- 100- 150 km/h.
Questo peccato (che purtroppo, con la dislocazione delle città, dei paesi, delle case, dei luoghi di lavoro a misura di automobile, sembra ineliminabile; ma vedremo come si sviluppa la crisi) questo peccato si paga:
con l’ansia, con gli incidenti, poi con il disastro climatico e ambientale, i cui costi ancora non si conoscono;
infine rendendo pressocchè indisponibile ai bambini, ma anche a tutta la gente, le strade e le piazze, cioè i migliori, più immediati e gratuiti spazi di socializzazione…
Tutto ciò dà malessere, anche sociale e va aggiunto nel conto.
E allora, per chi può, meglio muoversi o tornare a muoversi, quanto più possibile alla velocità naturale, fra i 20 e i 30 km/h, quella velocità interiorizzata dall’uomo, in migliaia e milioni di anni, come:
bella, efficace, a costo zero, non pericolosa, a basso impatto ambientale, che permette di vedere i dettagli e godersi l’ambiente, di fermarsi a salutare gli amici che si incontrano, di raggiungere in tempi ragionevoli distanze di 5-10- 15 km, e infine che toglie il medico di torno e anche lo psicologo.
Questa è la “VELOCITÀ D’ORO”: la velocità dell’uomo e del cavallo.
A piedi? A cavallo? Forse non è facilmente praticabile (Vi eravate spaventati,vero?)
Ma abbiamo una tecnologia formidabile, una tecnologia “dolce” una tecnologia “appropriata”: LA BICICLETTA.
L’unica vera macchina che rispetta la natura, il guidatore, ma anche l’uomo che incontri e al quale non puoi far male, non gli rubi lo spazio.
La bicicletta non crea ingorghi puzzolenti nelle città, anzi è più veloce dell’auto.
Cosa vogliamo di più?
Ogni velocità è un lusso.
Una forzatura, una deformazione.
Il vincolo naturale è il ritmo.
Ogni cosa ne ha uno: dall’atomo alle galassie.
Il nostro lo portiamo nel petto e batte 60 volte in un minuto.
Nessuno dovrebbe andare più veloce del suo cuore.