Bikemi non pedala
Riportiamo qui sotto l’articolo uscito sul quotidiano il manifesto di oggi a firma di Manuela Cartosio.
Parla di Bikemi il bike sharing milanese.
Qui l’articolo originale sul sito de il manifesto
Parla di Bikemi il bike sharing milanese.
Qui l’articolo originale sul sito de il manifesto
BikeMi non pedala
di Manuela Cartosio
A Parigi piacciono così tanto che le rubano. A Milano vederne una in circolazione è come trovare un ago nel pagliaio, da due mesi le bici se ne stanno ferme e tristi nelle rastrelliere a prendersi neve e pioggia. Velib è vittima dal troppo successo, BikeMi per ora è un fallimento plateale. Far partire il servizio di bike sharing nel cuore dell’inverno è stata una scelta demenziale. Una photo opportunity per lady Letizia con le mani sul manubrio il giorno dell’inaugurazione, poi il nulla. Si spera nel bel tempo per la prova d’appello, ma di certo la primavera non porterà le piste ciclabili che gli amanti meneghini delle due ruote reclamano da anni.
Anche in fatto di bici, il confronto tra Parigi e Milano è impietoso.
Anche in fatto di bici, il confronto tra Parigi e Milano è impietoso.
Velib (vélo+liberté) è in pista da luglio del 2007. Nella capitale francese le bici «in libero servizio» sono 20 mila, posteggiate in 800 stazioni. Gli abbonati (29 euro l’anno) sono 170 mila, i tragitti effettuati mediamente ogni giorno sono 78 mila. I soliti pazzi hanno lanciato la moda del «velib estremo», si lanciano giù dalla scalinata di Montmartre, si sfidano in gare spericolate per il gusto di finire immortalati su YouTube. Scocomerati a parte, Velib ha incontrato il favore dei parigini e dei turisti. Molti, però, restano incollati alla sella. Secondo JCDecaux, la società che gestisce il servizio, ben 7.800 bici sono state rubate (anche dai turisti, visto che parecchie sono ricomparse lontano dalla Francia). I danneggiamenti, causati dall’uso ma spesso da vandalismi, sono stati 11.600. Sono stati arruolati 500 giovani per riparare sul posto le bici o per trasportarle in apposite officine (una è installata su una barcone che incrocia sulla Senna). Per gestire il servizio JCDecaux è pagata in natura: ha avuto in concessione per dieci anni dal municipio di Parigi 1.600 spazi pubblicitari sparsi per la città (più una partecipazione sugli utili). A causa dei furti e dei danneggiamenti stiamo lavorando in perdita, lamenta JCDecaux, il comune deve accollarsi i costi per rimpiazzare la flotta. L’estate scorsa il municipio ha messo mano al portafoglio. Probabilmente lo farà di nuovo, ma se furti e vandalismi non diminuiranno il problema si ripresenterà in eterno.
Forse qualche bici gialla si è già involata pure a Milano. Ma qui a far notizia è il flop dell’esperimento. Sul sito di BikeMi si esulta per il record registrato il 29 gennaio quando i tragitti sarebbero stati «ben» 849 (cifra palesemente gonfiata). La flotta milanese conta 900 bici posteggiate in una settantina di rastrelliere, tutte all’interno della cerchia dei Navigli. I costi per affittare una due ruote sono simili a quelli parigini. Abbonamento annuo promozionale (fino a febbraio) a 25 euro. Gli abbonamenti giornalieri e settimanali non sono ancora disponibili. La prima mezz’ora di utilizzo è gratuita; dopo, ogni mezz’ora costa 50 centesimi fino a un massimo di 2 ore complessive. Il servizio è calibrato per spostamenti brevi e, nelle intenzioni dell’Atm, dovrebbe funzionare soprattutto per andare da una linea all’altra della rete dei trasporti pubblici. In contraddizione con questo scopo, non sono previsti abbonamenti cumulativi per mezzi pubblici e bike sharing. Per abbonarsi occorre una carta di credito e il costo del tragitto viene addebitato automaticamente su di essa.
Mentre aspettano la primavera per fare la prova del budino, i milanesi possono farsi quattro risate ammirando sul sito di BikeMi la «mappa delle piste ciclabili». Un anello azzurro su cui convergono alcuni segmenti dall’esterno. La mappa è tanto fantasiosa quanto BikeMi è virtuale.
Forse qualche bici gialla si è già involata pure a Milano. Ma qui a far notizia è il flop dell’esperimento. Sul sito di BikeMi si esulta per il record registrato il 29 gennaio quando i tragitti sarebbero stati «ben» 849 (cifra palesemente gonfiata). La flotta milanese conta 900 bici posteggiate in una settantina di rastrelliere, tutte all’interno della cerchia dei Navigli. I costi per affittare una due ruote sono simili a quelli parigini. Abbonamento annuo promozionale (fino a febbraio) a 25 euro. Gli abbonamenti giornalieri e settimanali non sono ancora disponibili. La prima mezz’ora di utilizzo è gratuita; dopo, ogni mezz’ora costa 50 centesimi fino a un massimo di 2 ore complessive. Il servizio è calibrato per spostamenti brevi e, nelle intenzioni dell’Atm, dovrebbe funzionare soprattutto per andare da una linea all’altra della rete dei trasporti pubblici. In contraddizione con questo scopo, non sono previsti abbonamenti cumulativi per mezzi pubblici e bike sharing. Per abbonarsi occorre una carta di credito e il costo del tragitto viene addebitato automaticamente su di essa.
Mentre aspettano la primavera per fare la prova del budino, i milanesi possono farsi quattro risate ammirando sul sito di BikeMi la «mappa delle piste ciclabili». Un anello azzurro su cui convergono alcuni segmenti dall’esterno. La mappa è tanto fantasiosa quanto BikeMi è virtuale.