Adotta una ciclabile
Che Vittorio Marletto avesse un debole per via Castiglione (e per via del cane) lo avevamo intuito qualche tempo fa, quando aveva annunciato con gaudio la nascita della pista che ridiscende contromano dai viali verso il centro. Che invece fosse una specie di “sentinella” di quella pista lo scopriamo solo ora.
Scrive Vittorio, e bene fa, a vari rappresentanti delle istituzioni lamentando che, “lo stato quotidiano di blocco, dell’imbocco della nuova pista, molto breve ma frequentatissima, che consente di percorrere in discesa via Castiglione dalla porta a via Rialto e via Orfeo. A causa degli ostacoli – prosegue – i numerosi ciclisti sono costretti a imboccare la pista aggirando auto e motocicli, esponendosi contromano al traffico veicolare in salita, proprio quello che la pista intendeva evitare. Credo che pochi paletti opportunamente collocati possano risolvere il problema con facilità.
Colgo l’opportunità per proporre di migliorare la sicurezza della pista al suo termine, apponendo segnaletiche di pericolo per gli automobilisti che, provenienti da via Castiglione e ignari della pista, girano a sinistra verso le vie Rialto e Orfeo senza immaginare di poter incrociare un ciclista con diritto di precedenza perché proveniente da destra, e anche disegnando un breve attraversamento ciclabile che dal termine pista conduca i ciclisti sani e salvi in via Rialto.”
Certo che se ci fossero tante “sentinelle” come Vittorio forse la sicurezza migliorerebbe e lo stato delle piste e dei percorsi ciclabili anche. E se lanciassimo un programma del tipo “adotta una ciclabile?”
Un progetto ambizioso che “spezzettato” su più persone non peserebbe tantissimo. Come una sorta di open source delle ciclabili in città. Armi di collaborazione di massa. Che ne dite?
Scrive Vittorio, e bene fa, a vari rappresentanti delle istituzioni lamentando che, “lo stato quotidiano di blocco, dell’imbocco della nuova pista, molto breve ma frequentatissima, che consente di percorrere in discesa via Castiglione dalla porta a via Rialto e via Orfeo. A causa degli ostacoli – prosegue – i numerosi ciclisti sono costretti a imboccare la pista aggirando auto e motocicli, esponendosi contromano al traffico veicolare in salita, proprio quello che la pista intendeva evitare. Credo che pochi paletti opportunamente collocati possano risolvere il problema con facilità.
Colgo l’opportunità per proporre di migliorare la sicurezza della pista al suo termine, apponendo segnaletiche di pericolo per gli automobilisti che, provenienti da via Castiglione e ignari della pista, girano a sinistra verso le vie Rialto e Orfeo senza immaginare di poter incrociare un ciclista con diritto di precedenza perché proveniente da destra, e anche disegnando un breve attraversamento ciclabile che dal termine pista conduca i ciclisti sani e salvi in via Rialto.”
Certo che se ci fossero tante “sentinelle” come Vittorio forse la sicurezza migliorerebbe e lo stato delle piste e dei percorsi ciclabili anche. E se lanciassimo un programma del tipo “adotta una ciclabile?”
Un progetto ambizioso che “spezzettato” su più persone non peserebbe tantissimo. Come una sorta di open source delle ciclabili in città. Armi di collaborazione di massa. Che ne dite?
Oltre alla ciclabile di via Castiglione ho adottato anche via dell’Oro, dove abito, e per la quale ho ottenuto nel tempo la sistemazione di paletti che impediscono il parcheggio delle auto alla fine del portico (ci andavano a sbattere regolarmente i ciechi diretti all’istituto Cavazza) e l’installazione di una rastrelliera (da qualche parte nel sito se ne parlava a suo tempo, lamentando il tempo lunghissimo trascorso tra la richiesta e il suo esaudimento). Ho adottato anche l’attraversamento dei viali di porta Castiglione, per il quale ho recentemente ottenuto l’allungamento del tempo riservato ai pedoni (i miei figli non riuscivano mai a fare tutto l’attraversamento senza correre come dei disperati). Ho anche adottato via Rialto, per la quale ho ottenuto lo spostamento di un cassonetto Hera che bloccava un portico. Per non parlar del Cane. La mia tecnica in fondo è banale, osservare il problema, fare due foto, scrivere due righe suggerendo anche una soluzione. Dall’altra parte però ci vuole un’amministrazione sostanzialmente reattiva, che ascolta e fa, non sempre tutto quello che si vorrebbe e in tempi accettabili, ma insomma… Ad esempio sul cancello d’ingresso dei giardini Margherita lato Castiglione, sempre chiuso, non ho ottenuto niente… ma non demordo. Ciao