Giro d’Italia in Bolletta [13]
La Versilia mi affascina come un paracarro dell’autostrada. Io sono un uomo di pianura che si ritrova in montagna. Questo panorama mi ricorda le mille domeniche inutili al Lido degli Estensi! Che infanzia sprecata!
Il caldo. Il parcheggio che non c’è. L’insopportabile ciabattare. La tecno sui lettini. E io che vorrei camminare sul Blinnenhorn in Formazza, col vento freddo dei tremila sul windstopper!
In ritardo perenne arrivo, sbriciolo il fendinebbia contro un marciapiede, inseguo il catering del Villaggio Partenza, ma ha già chiuso, cerco di ripiegare su un Estathè gelato, ma il bastardo pischello dello stand mi liquida deridendo le gocce che mi perlano la fronte accaldata.
Insomma ecco una mattinata di merda doc! Di quelle col pedigree…
Arrivo a Firenze ugualmente in ritardo, le strade son già chiuse e la macchina non entra, il gruppo sta per passare… e allora???
Allora tolgo la bici dal tetto della macchina, scavalco le transenne e mi getto sul percorso col mio co-scroccone fotografo sul cannone. Io pedalo, lui tiene le gambe in aria e fa le foto alla folla dietro le trincee. 5 km all’arrivo.
E nessuno ci ferma!
Fanculo ai 6 autovelox incontrati sulla FI-PI-LI! Fanculo a sta città che ancora non ha capito che la rotatoria è più veloce del semaforo. Fanculo al buffet in sala stampa che a quest’ora avrà già smontato. E fanculo a noi che viviamo sempre mezzora dopo, dalla nascita!
4 km all’arrivo.
Il mio fotografo ha le gambe anchilosate, chiede una pausa, ma il gruppo dietro incalza! Uno strappetto, il mio GPM! Quasi mi fermo ma non mollo, ed è discesa vera!
3 km all’arrivo.
Ho caldo, ho sete, ho fame, sogno l’arrivo. Ora sono davvero un ciclista! Di solito sul cannone della bici ho sempre portato la morosa a Ferrara. Ma portare un fotografo al Giro d’Italia un quarto d’ora prima del gruppo… E’ surreale.
2 km all’arrivo.
Passiamo in mezzo alle graminacee dell’ippodromo… Sono allergico alle graminacee. Etciù! Eeetciù! Ora ho anche il naso che cola!
Sono sotto al triangolo rosso dell’ultimo km! Ai nostri lati due ali di folla trattenute dalle transenne. Capiscono la nostra impresa e ci incitano stordendoci di urla. Ma quando ormai siamo ai 400m all’arrivo un addetto alla sicurezza ci stoppa.
Dove credete di andare???
In sala stampa! Siamo giornalisti noi!!!
(Esibiamo i nostri pass con orgoglio)
Va bene, andate!
Riprendo la volata e riprende il boato dei miei tifosi. Al traguardo vorrei alzare le braccia al cielo, ma cadrei trascinando con me il mio fotografo!
Che io sappia nessuno ha mai tagliato il traguardo del Giro d’Italia con un fotografo sul cannone! Due in una bici! Espertoni, consultate gli annali e rispondetemi!
Noi ci scansiamo, sta arrivando Cavendish. Lo premiano come vincitore.
Babbei, siamo arrivati prima noi!
Il caldo. Il parcheggio che non c’è. L’insopportabile ciabattare. La tecno sui lettini. E io che vorrei camminare sul Blinnenhorn in Formazza, col vento freddo dei tremila sul windstopper!
In ritardo perenne arrivo, sbriciolo il fendinebbia contro un marciapiede, inseguo il catering del Villaggio Partenza, ma ha già chiuso, cerco di ripiegare su un Estathè gelato, ma il bastardo pischello dello stand mi liquida deridendo le gocce che mi perlano la fronte accaldata.
Insomma ecco una mattinata di merda doc! Di quelle col pedigree…
Arrivo a Firenze ugualmente in ritardo, le strade son già chiuse e la macchina non entra, il gruppo sta per passare… e allora???
Allora tolgo la bici dal tetto della macchina, scavalco le transenne e mi getto sul percorso col mio co-scroccone fotografo sul cannone. Io pedalo, lui tiene le gambe in aria e fa le foto alla folla dietro le trincee. 5 km all’arrivo.
E nessuno ci ferma!
Fanculo ai 6 autovelox incontrati sulla FI-PI-LI! Fanculo a sta città che ancora non ha capito che la rotatoria è più veloce del semaforo. Fanculo al buffet in sala stampa che a quest’ora avrà già smontato. E fanculo a noi che viviamo sempre mezzora dopo, dalla nascita!
4 km all’arrivo.
Il mio fotografo ha le gambe anchilosate, chiede una pausa, ma il gruppo dietro incalza! Uno strappetto, il mio GPM! Quasi mi fermo ma non mollo, ed è discesa vera!
3 km all’arrivo.
Ho caldo, ho sete, ho fame, sogno l’arrivo. Ora sono davvero un ciclista! Di solito sul cannone della bici ho sempre portato la morosa a Ferrara. Ma portare un fotografo al Giro d’Italia un quarto d’ora prima del gruppo… E’ surreale.
2 km all’arrivo.
Passiamo in mezzo alle graminacee dell’ippodromo… Sono allergico alle graminacee. Etciù! Eeetciù! Ora ho anche il naso che cola!
Sono sotto al triangolo rosso dell’ultimo km! Ai nostri lati due ali di folla trattenute dalle transenne. Capiscono la nostra impresa e ci incitano stordendoci di urla. Ma quando ormai siamo ai 400m all’arrivo un addetto alla sicurezza ci stoppa.
Dove credete di andare???
In sala stampa! Siamo giornalisti noi!!!
(Esibiamo i nostri pass con orgoglio)
Va bene, andate!
Riprendo la volata e riprende il boato dei miei tifosi. Al traguardo vorrei alzare le braccia al cielo, ma cadrei trascinando con me il mio fotografo!
Che io sappia nessuno ha mai tagliato il traguardo del Giro d’Italia con un fotografo sul cannone! Due in una bici! Espertoni, consultate gli annali e rispondetemi!
Noi ci scansiamo, sta arrivando Cavendish. Lo premiano come vincitore.
Babbei, siamo arrivati prima noi!