Giro d’Italia in Bolletta [9]
I percorsi cittadini sono sempre un gran pacco!
Per i corridori, che si ritrovano a girare come rincoglioniti negli stessi 15 km per ore e ore.
Per gli sbollettati come me, per altri motivi: la città è notoriamente costosa. Tutto in città ha un costo, anche il bagno dove pisciare.
E poi muoversi in macchina nelle città è demenziale: per fare un tragitto che in bicicletta impiegherebbe 10 minuti, tra semafori e relative code, sensi vietati e cantieri stradali (siamo sotto elezioni no? Via al restyling urbano propagandistico!) ci si perde la salute!
Se poi la città in questione è proprio Milano capirete l’inferno che mi si è spalancato davanti in questa tappa!
Alla partenza in Duomo mi affacciavo timidamente con la macchina. L’efficienza milanese è solo un luogo comune. I vigili ormai non sanno più fare i vigili (dirigere il traffico) ma si sono specializzati nelle rapine contro le auto in sosta. Dunque nessuno sapeva dove mandarti. Una cosa sola sapevano, che se tu dove andare lo trovavi da solo allora dovevano iniziare a rompere i coglioni dicendo che non si poteva.
Ressa, villaggio partenza che a forza di passa-accrediti era più affollato della piazza! E soprattutto, niente da mangiare. In fumo così le mie aspettative di colazione gratis!!!
Recatomi di pessimo umore allora in sala stampa al traguardo, mi sono ritrovato di nuovo a bocca asciutta. Per la prima volta, proprio a Milano, città dell’organizzazione del Giro, non era stato allestito il buffet per gli addetti. Che, mettendo mano al portafogli, si arrangiavano con pizze al taglio nei paraggi.
Fuori budget per me!
Bevuti 16 Estathe (unico alimento gratuito disponibile) con la vista un po’ annebbiata dalla fame ho così seguito il tormentone della tappa dalla tv. I corridori scioperavano perchè il percorso era preparato da culo, con binari disposti per il lungo, spartitraffico sclerotici, zone non transennate e perfino macchine lungo il percorso (se era la mia col cazzo che non la rimuovevano!).
Scende la sera su Milano. La maglia rosa di fronte a me tiene una conferenza stampa. Tutti i giornalisti sono eccitati, finalmente hanno qualcosa da scrivere.
Io no.
Io ho fame!
Per i corridori, che si ritrovano a girare come rincoglioniti negli stessi 15 km per ore e ore.
Per gli sbollettati come me, per altri motivi: la città è notoriamente costosa. Tutto in città ha un costo, anche il bagno dove pisciare.
E poi muoversi in macchina nelle città è demenziale: per fare un tragitto che in bicicletta impiegherebbe 10 minuti, tra semafori e relative code, sensi vietati e cantieri stradali (siamo sotto elezioni no? Via al restyling urbano propagandistico!) ci si perde la salute!
Se poi la città in questione è proprio Milano capirete l’inferno che mi si è spalancato davanti in questa tappa!
Alla partenza in Duomo mi affacciavo timidamente con la macchina. L’efficienza milanese è solo un luogo comune. I vigili ormai non sanno più fare i vigili (dirigere il traffico) ma si sono specializzati nelle rapine contro le auto in sosta. Dunque nessuno sapeva dove mandarti. Una cosa sola sapevano, che se tu dove andare lo trovavi da solo allora dovevano iniziare a rompere i coglioni dicendo che non si poteva.
Ressa, villaggio partenza che a forza di passa-accrediti era più affollato della piazza! E soprattutto, niente da mangiare. In fumo così le mie aspettative di colazione gratis!!!
Recatomi di pessimo umore allora in sala stampa al traguardo, mi sono ritrovato di nuovo a bocca asciutta. Per la prima volta, proprio a Milano, città dell’organizzazione del Giro, non era stato allestito il buffet per gli addetti. Che, mettendo mano al portafogli, si arrangiavano con pizze al taglio nei paraggi.
Fuori budget per me!
Bevuti 16 Estathe (unico alimento gratuito disponibile) con la vista un po’ annebbiata dalla fame ho così seguito il tormentone della tappa dalla tv. I corridori scioperavano perchè il percorso era preparato da culo, con binari disposti per il lungo, spartitraffico sclerotici, zone non transennate e perfino macchine lungo il percorso (se era la mia col cazzo che non la rimuovevano!).
Scende la sera su Milano. La maglia rosa di fronte a me tiene una conferenza stampa. Tutti i giornalisti sono eccitati, finalmente hanno qualcosa da scrivere.
Io no.
Io ho fame!
Di questi resoconti e di questi patimenti devi assolutamente fare un libro, che ti renderà ricco e famoso. Per aspera ad astra… Ciao, e grazie per le risate