Giro d’Italia in Bolletta [22]
Il Giro è già finito dal Vesuvio, ma tutti si son guardati bene dal dirlo ai tifosi. Perchè terminato l’agonismo ora è il tempo dei cerimoniali, degli sponsor, di tutto quanto è stato finora relegato in seconda fila dagli scatti degli atleti. La pacchianata della passerella finale porta a Roma anche un considerevole drappello di tifosi con le orecchie da asino. E’ il tempo di salutare tutti coloro che volenti o nolenti hanno subito la mia presenza al Giro. E di ringraziare tutti coloro che mi hanno offerto un pasto e/o un posto letto in questo girovagare di maggio.
E soprattutto è tempo di chiudere il consuntivo delle spese:
dal 9 maggio a Jesolo, fino al 31 maggio a Roma ho speso 252 Euro per dormire, mangiare e spostarmi in auto! Una media di quasi 11 Euro al giorno.
Questa è l’Italia che ho interpretato. Quella che vive di espedienti. Che rinuncia al superfluo. Che viaggia sulle strade statali, a metano. E quando possibile va in bicicletta.
Girare l’Italia in bicicletta per pochi fortunati è un lavoro ben pagato. Per la maggioranza degli appassionati è un incubo!
Mancano in quasi tutte le città le piste ciclabili. E soprattutto manca negli automobilisti la comprensione dello spazio che occupa, nella carreggiata, un ciclista.
Questa forse è la cosa che invidio di più ai professionisti. Pedalare a sinistra, a destra, ovunque. Avere un’intera strada a disposizione. Da domani, via le transenne.
Amici cicloamatori, si torna nel Far West!
E soprattutto è tempo di chiudere il consuntivo delle spese:
dal 9 maggio a Jesolo, fino al 31 maggio a Roma ho speso 252 Euro per dormire, mangiare e spostarmi in auto! Una media di quasi 11 Euro al giorno.
Questa è l’Italia che ho interpretato. Quella che vive di espedienti. Che rinuncia al superfluo. Che viaggia sulle strade statali, a metano. E quando possibile va in bicicletta.
Girare l’Italia in bicicletta per pochi fortunati è un lavoro ben pagato. Per la maggioranza degli appassionati è un incubo!
Mancano in quasi tutte le città le piste ciclabili. E soprattutto manca negli automobilisti la comprensione dello spazio che occupa, nella carreggiata, un ciclista.
Questa forse è la cosa che invidio di più ai professionisti. Pedalare a sinistra, a destra, ovunque. Avere un’intera strada a disposizione. Da domani, via le transenne.
Amici cicloamatori, si torna nel Far West!