Mestre (VE): ciclisti come automobilisti (?!)
Qui sotto potete leggere un articolo apparso oggi su “Il Gazzettino” ; l’amministrazione comunale fa il punto sul tema della mobilità alternativa a Mestre, e si scopre che le biciclette sono così tante da creare un caso di ordine pubblico, una “battaglia all’ultimo sangue” del Comune contro gli indisciplinati sulle due ruote. Nessuno tuttavia ricorda, soprattutto qualche anno fa quando parlare di mobilità alternativa era tabù, quanto i motori facciano molto peggio alla salute (inquinamento e incidenti mortali in primis) di un paio di scalmanati su una bici.
Ora le biciclette “straripano” sui marciapiedi (m.d.)
Le biciclette? Adesso sono troppe. O, meglio, ci sono troppi indisciplinati in sella alla due ruote. Tant’è che il Comune è inondato di lettere e telefonate di protesta. E lo stesso assessore alla Mobilità, Enrico Mingardi, non fa altro che ricevere richieste di intervento duro contro “bici-selvaggia”. «Siamo al paradosso – sbotta Mingardi – Abbiamo vinto la guerra per far andare i mestrini in bici e adesso dobbiamo iniziare una battaglia all’ultimo sangue, giorno per giorno, per educarli ad usare la bici. Manca il buonsenso, non c’è niente da fare. Basta vedere le segnalazioni dei cittadini.» Che arrivano a pacchi sul tavolo della Mobilità. Da viale Garibaldi a Corso del Popolo, da via Carducci a piazza Ferretto è un coro di proteste contro la gente che corre in bici sui marciapiedi. «Io vorrei tanto fare come in Olanda dove hanno addirittura tolto di mezzo la segnaletica perchè i pedoni stanno sui marciapiedi, i ciclisti corrono sulle piste ciclabili e le auto e il tram sono in strada. Ma qui sono costretto a fare una ordinanza contro le biciclette in via Palazzo perchè alle sette di sera, quando è pieno così, ti arriva la bici in velocità alle spalle. E suonano il campanello perchè devono passare. Siamo alla follia» – sintetizza Mingardi. Pensare che fino ad un paio di anni fa la gente in bici a Mestre la cercavi con il lumicino, adesso è un boom delle due ruote, sicuramente superiore ad ogni aspettativa. Del resto le piste ciclabili sono raddoppiate e girare in auto è sempre più scomodo e costoso. Ed è probabile che l’ultimo conteggio di un mestrino su cinque che usa la bici sia per difetto. Soprattutto quando arriva il caldo, non si vedono che biciclette in giro e l’indisciplina effettivamente regna sovrana. Basta fare un giro anche solo n centro. In via Cappuccina c’è una pista ciclabile grande come una casa e le bici corrono in strada. In Corso del Popolo i sottoportici sono delle bici. Lo stesso succede ovunque ci sia un senso unico, le bici corrono in contromano sul marciapiede. «A me piacerebbe che le associazioni dei ciclisti, quelle che si sono battute per favorire l’utilizzo della bicicletta, adesso iniziassero a fare una campagna di educazione nei confronti di chi va in bici. Perchè qui va a finire che abbiamo lo scontro tra integralisti, da una parte i biciclettari e dall’altra i pedoni e gli automobilisti. Il Comune ha già iniziato una campagna a colpi di manifesti proprio per invitare i ciclisti ad un uso educato della strada, ma è evidente che non basta, le associazioni devono darci una mano. Bisogna imparare a rispettarsi l’un l’altro, la bici non può farla da padrona. Prima questo discorso lo facevo per le auto, è veramente curioso che adesso mi tocchi tuonare contro i ciclisti, che pure utilizzano il mezzo di trasporto più ecologico e meno impattante la mondo. Ma anche loro si devono rendere conto che ci sono dei limiti. Perchè ormai la grande sfida per passare dall’auto alla bici in questa città l’abbiamo vinta, cerchiamo di vincere adesso la sfida della buona educazione. Per questo dico ai ciclisti: non comportatevi da automobilisti.»
Le biciclette? Adesso sono troppe. O, meglio, ci sono troppi indisciplinati in sella alla due ruote. Tant’è che il Comune è inondato di lettere e telefonate di protesta. E lo stesso assessore alla Mobilità, Enrico Mingardi, non fa altro che ricevere richieste di intervento duro contro “bici-selvaggia”. «Siamo al paradosso – sbotta Mingardi – Abbiamo vinto la guerra per far andare i mestrini in bici e adesso dobbiamo iniziare una battaglia all’ultimo sangue, giorno per giorno, per educarli ad usare la bici. Manca il buonsenso, non c’è niente da fare. Basta vedere le segnalazioni dei cittadini.» Che arrivano a pacchi sul tavolo della Mobilità. Da viale Garibaldi a Corso del Popolo, da via Carducci a piazza Ferretto è un coro di proteste contro la gente che corre in bici sui marciapiedi. «Io vorrei tanto fare come in Olanda dove hanno addirittura tolto di mezzo la segnaletica perchè i pedoni stanno sui marciapiedi, i ciclisti corrono sulle piste ciclabili e le auto e il tram sono in strada. Ma qui sono costretto a fare una ordinanza contro le biciclette in via Palazzo perchè alle sette di sera, quando è pieno così, ti arriva la bici in velocità alle spalle. E suonano il campanello perchè devono passare. Siamo alla follia» – sintetizza Mingardi. Pensare che fino ad un paio di anni fa la gente in bici a Mestre la cercavi con il lumicino, adesso è un boom delle due ruote, sicuramente superiore ad ogni aspettativa. Del resto le piste ciclabili sono raddoppiate e girare in auto è sempre più scomodo e costoso. Ed è probabile che l’ultimo conteggio di un mestrino su cinque che usa la bici sia per difetto. Soprattutto quando arriva il caldo, non si vedono che biciclette in giro e l’indisciplina effettivamente regna sovrana. Basta fare un giro anche solo n centro. In via Cappuccina c’è una pista ciclabile grande come una casa e le bici corrono in strada. In Corso del Popolo i sottoportici sono delle bici. Lo stesso succede ovunque ci sia un senso unico, le bici corrono in contromano sul marciapiede. «A me piacerebbe che le associazioni dei ciclisti, quelle che si sono battute per favorire l’utilizzo della bicicletta, adesso iniziassero a fare una campagna di educazione nei confronti di chi va in bici. Perchè qui va a finire che abbiamo lo scontro tra integralisti, da una parte i biciclettari e dall’altra i pedoni e gli automobilisti. Il Comune ha già iniziato una campagna a colpi di manifesti proprio per invitare i ciclisti ad un uso educato della strada, ma è evidente che non basta, le associazioni devono darci una mano. Bisogna imparare a rispettarsi l’un l’altro, la bici non può farla da padrona. Prima questo discorso lo facevo per le auto, è veramente curioso che adesso mi tocchi tuonare contro i ciclisti, che pure utilizzano il mezzo di trasporto più ecologico e meno impattante la mondo. Ma anche loro si devono rendere conto che ci sono dei limiti. Perchè ormai la grande sfida per passare dall’auto alla bici in questa città l’abbiamo vinta, cerchiamo di vincere adesso la sfida della buona educazione. Per questo dico ai ciclisti: non comportatevi da automobilisti.»
in città i ciclisti dovrebbero usare le strade! I marciapiedi e le piste ciclabile sono più pericolosi per i ciclisti che la strada stessa.
http://www.cyclecraft.co.u k/digest/research.html
Sempre a proposito di Mestre ci segnalano questo servizio uscito su Gente Veneta http://www.gvonline.it/public/articolo.php?id=5476
perchè nessuno non ha fatto e distrubuito un volatino tipo
Share the Road brochure
I ciclisti non usano i marciapiedi per la cattiveria ma perchè non sanno usare le strade.
kde Millerova kapela hrala. Prvý raz sa žaslo nad hudbou G.Gershwina. Mládež sa naučila rehotať nad filmami s Laurelom a Hardym. Bežali westernové filmy. Nakladateľstvá o prekot vydávali preklady amerických a anglických autorov. Zásobovanie sa zlepšilo, ale predsa ešte stále platil lístkový systém (každý občan dostal na mesiac plachty papiera s vytlačenými poukážkami na mlieko, maslo, múku, cukor, mäso, údeniny, textil, mydlo, topánky (dlho po vojne sa nosili dreváky) atp. V limitovanom množstve. Pri nákupe si obchodník odstrihol patričné kupóny, nalepil ich na papier a vyúčtoval dodávateľovi. Kupóny boli na malé množstvá –litre, desať dkg, pol kilá atp.). Významné prilepšenie boli dodávky UNRRA. Išlo o americkú organizáciu, ktorá darovala oslobodeným štátom prebytky americkej armády v Európe (lokomotívy, vagóny, autá, obilie, naftu a potraviny). Za potraviny a spotrebný tovar obchod vyberal peniaze (predával) a výnos išiel tiež na obnovu hospodárstva. Najmä potraviny boli hitom. Sušeného mlieka bolo toľko, že dva roky museli všetci žiaci v školách cez veľkú prestávku vypiť po ¼ l mlieka. Maslo sa predávalo v kilogramových plechovkách. Malo príchuť búrskych orieškov a bolo hodne slané. Najviac leteli denné dávky (ration) pre vojakov. Lepenkové povoskované kartóny obsahovali rôzne kombinácie jedál, napr. plechovky paštiky , lunch meat, ovocného kompótu, tvarohového koláča, otvárač na konzervy, lyžička, papierový obrúsok, kocky kvalitnej, mletej, lisovanej čiernej kávy, plechovka džúsu. Tieto po
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