La Svizzera non è un trullo
Dal caldo della Puglia al verde della Svizzera: un viaggio sentimentale, ironico e bizzarro, assurdo e divertente, di un emigrante di seconda generazione che ritorna dove è nato e dove ha vissuto nei primi dieci anni di vita.
Antonio Nebbia racconta in questo viaggio percorso inseguendo le sue stesse orme, due mondi opposti, tra Nord e Sud Italia, fino all’arrivo nella tranquilla Svizzera.
Per concessione dell’autore e dell’editore Ediciclo, ne anticipiamo un estratto esilarante
LA DOTAZIONE
Cosa si porta dietro uno che ha il convincimento di farsi una quindicina di giorni consecutivi in sella a un velocipede?
Ma, soprattutto, partiamo dalla base: che tipo di bicicletta?
Chi non è aggiornato deve sapere che l’industria delle due ruote negli ultimi anni si è data da fare immettendo sul mercato varie versioni di bicicletta, per venire incontro alle esigenze di una clientela sempre più variegata ed esigente. Se siete rimasti alla distinzione bici da corsa –
da uomo – da donna , è bene che io vi informi sulle ultime
novità:
bicicletta da strada,
bicicletta da marciapiede,
bicicletta da appartamento o da albergo (è la cyclette,
cosa andate mai a pensare…),
bicicletta da montagna (mountain bike),
bicicletta da mezza-montagna (half-mountain bike oppure
vélo de midi-montaigne),
bicicletta da collina (collin s bike),
bicicletta da città (city bike, vélo de ville),
bicicletta da paese (little town bike, vélo de petit ville),
bicicletta da spiaggia, gonfiabile (beach bike/vélo de la
plage),
bicicletta da corsa,
bicicletta da trotto,
bicicletta da tiro,
bicicletta da latte,
bicicletta da allevamento o da monta (serve a produrre le piccole biciclette per bambini, anche se ormai si ricorre all’inseminazione artificiale),
e infine:
bicicletta da soma (la mia).
La statistica, innanzitutto…
Per prima cosa uno che voglia comprovare, numeri alla mano, le sue performance cicloturistiche deve dotarsi di un computer da bicicletta, appunto un ciclocomputer.
Scordatevi le prime versioni, quelle con unità centrale appoggiata al tubo orizzontale, il floppy disk sotto la sella, lo schermo diciassette pollici a tubo catodico sul manubrio, la tastiera qwerty 105 tasti, il mouse integrato nella manopola destra e il sistema operativo ms-bos (Microsoft Bike Operating System).
Dopo i primi tentativi, il progetto fu abbandonato. Non si sapeva dove piazzare il tappetino del mouse.
Oggi invece il ciclocomputer è un minuscolo apparecchio montato sul manubrio e collegato a un sensore che sta sulla ruota anteriore. Una volta determinata la circonferenza della ruota (raggio × 2 × 3,14 p.s.: va bene uno qualsiasi dei raggi), il gioco è fatto.
Se poi vuoi controllare il tuo stato di salute mentre pedali, ti prendi la versione col cardiofrequenzimetro, che emette un bip a ogni battito
cardiaco, e un biiiiiiiiiiiiiiip continuo nel momento in cui, pedalando, per un motivo qualsiasi la morte dovesse sorprenderti. Per questo ho rinunciato a questa funzione, non sopporterei di morire col sottofondo di un fastidiosissimo biiiiiiiiiiiiiiip.
Dovendo fare un acquisto professionale e duraturo, la mia scelta di ciclocomputer è caduta su un modello con le seguenti funzioni:
orologio,
velocità istantanea (km/h),
chilometri percorsi nella giornata e totali,
tempo di pedalata effettiva,
altimetro con quota massima raggiunta nel giorno,
cronometro con tre tempi intermedi,
sveglia,
contacalorie,
novantanove ricette regionali memorizzate,
Calcolo rata mutuo – tan/taeg,
radice quadrata,
ricezione Sky (escluse le partite di calcio),
sms,
zuccheri nel sangue,
periodo di fertilità (temperatura basale, versione donna),
caffè espresso con getto di vapore,
bioritmo e oroscopo,
proiezioni exit poll,
percentuale schede bianche e nulle,
22 23
calcolo deficit/Pil,
calcolo del tfr,
previsioni del tempo,
lato inverno in piuma d oca, lato estivo in fresco lino,
microonde (solo piccole porzioni).