Le ciclostazioni della Toscana
Dopo la Regione Emilia-Romagna che il 12 giugno scorso ha firmato con Fiab, WWF, Uisp e Legambiente, un protocollo d’intesa dedicato alla mobilità ciclistica, ecco arrivare analogo impegno da parte della regione Toscana, che si è impegnata con Fiab a realizzare un progetto pilota di ‘ciclostazioni‘ in alcune stazioni ferroviarie toscane strategiche per quanto riguarda i flussi dei pendolari. [Qui la notizia]
Tutto bello e importante.
Questo non deve però farci dimenticare che il problema vero con Trenitalia è dato dal fatto che questa Azienda mal tollera il trasporto della bicicletta sul treno (sia pieghevole che normale) .
La sua proposta, purtroppo, con l’accondiscendenza degli amministratori, (se escludiamo l’eccellente posizione della Puglia, dove le bici sui treni viaggiano gratis) si limita a un’idea di intermodalità parziale e basata nella migliore delle ipotesi e unicamente, su parcheggi in prossimità delle stazioni (più o meno custoditi) e bike sharing (più o meno funzionali) .
Ma l’intermodalità non è solo questa, ma anche quella che prevede il trasporto della propria bicicletta al seguito.
Su questo bisognerebbe SVEGLIARSI e puntare i piedi un po’ tutti: amministratori, associazioni e media.
Senza un pressing serio in questo senso Trenitalia continuerà a vessare chi ogni giorno, vuole portarsi al seguito la propria bici, mortificherà il cicloturismo e realizzerà Stazioni come quella di Milano, tutt’altro che amiche della bicicletta.
Tutto bello e importante.
Questo non deve però farci dimenticare che il problema vero con Trenitalia è dato dal fatto che questa Azienda mal tollera il trasporto della bicicletta sul treno (sia pieghevole che normale) .
La sua proposta, purtroppo, con l’accondiscendenza degli amministratori, (se escludiamo l’eccellente posizione della Puglia, dove le bici sui treni viaggiano gratis) si limita a un’idea di intermodalità parziale e basata nella migliore delle ipotesi e unicamente, su parcheggi in prossimità delle stazioni (più o meno custoditi) e bike sharing (più o meno funzionali) .
Ma l’intermodalità non è solo questa, ma anche quella che prevede il trasporto della propria bicicletta al seguito.
Su questo bisognerebbe SVEGLIARSI e puntare i piedi un po’ tutti: amministratori, associazioni e media.
Senza un pressing serio in questo senso Trenitalia continuerà a vessare chi ogni giorno, vuole portarsi al seguito la propria bici, mortificherà il cicloturismo e realizzerà Stazioni come quella di Milano, tutt’altro che amiche della bicicletta.
Facciamo questo pressing su trenitalia?
Si può prepare un appello a livello nazionale
per una giornata di mobilitazione “pro bici sul treno” in tutte le città.