Bologna contro il contromano? Parliamone
C’era da immaginarsela la levata di scudi contro la proposta di buon senso del Consigliere Paolo Natali La lettera a firma del signor Carlo Loiodice e la risposta del consigliere Paolo Natali
Un carteggio un po’ lungo ma di grande interesse che vi suggeriamo di leggere e di commentare
E’ più facile ironizzare che confrontarsi seriamente con i problemi della mobilità.
Sapevo che con le mie proposte avrei suscitato reazioni (peraltro di segno opposto). Credo che ci sia bisogno di discutere e confrontarsi (è questo il sale della democrazia), cercando di ascoltare con onestà intellettuale le ragioni altrui.
1) Perché non permettere alle bici, in alcune vie del centro storico, la possibilità di percorrerle anche in direzione contraria a quella obbligatoria (senso unico)?
2) Perché non permettere alle bici, in alcuni casi, di transitare sotto i portici?
Tale eccezione alla norma dovrebbe riguardare solo quei tratti di strada o di portico che permettono di assicurare la continuità di percorsi ciclabili esistenti, sovente già utilizzati, per la loro utilità, dai ciclisti. I
n entrambi i casi andrebbe chiaramente delimitato il corridoio consentito, tenendo conto degli accessi alle abitazioni ed agli esercizi commerciali.
Faccio notare peraltro che esistono già situazioni di tal genere (pista di via Riva Reno) e che sono numerosi i marciapiedi che prevedono la convivenza (civile) tra pedoni e ciclisti.
Non mi sfuggono i problemi di sicurezza, per i ciclisti stessi e per gli altri utenti della strada, a partire dai pedoni, che tali misure possono comportare. E’ chiaro (ma questo vale in ogni caso ed in ogni situazione) che dovrebbe essere usata, soprattutto in tali circostanze, la massima prudenza, nell’interesse di tutti.
Il problema della disciplina, del senso civico e del rispetto dei diritti altrui è peraltro un problema generale e che tocca tutti, automobilisti, ciclisti, taxisti, guidatori di autobus e, perchè no?, anche i pedoni.
Sapevo che con le mie proposte avrei suscitato reazioni (peraltro di segno opposto). Credo che ci sia bisogno di discutere e confrontarsi (è questo il sale della democrazia), cercando di ascoltare con onestà intellettuale le ragioni altrui.
1) Perché non permettere alle bici, in alcune vie del centro storico, la possibilità di percorrerle anche in direzione contraria a quella obbligatoria (senso unico)?
2) Perché non permettere alle bici, in alcuni casi, di transitare sotto i portici?
Tale eccezione alla norma dovrebbe riguardare solo quei tratti di strada o di portico che permettono di assicurare la continuità di percorsi ciclabili esistenti, sovente già utilizzati, per la loro utilità, dai ciclisti. I
n entrambi i casi andrebbe chiaramente delimitato il corridoio consentito, tenendo conto degli accessi alle abitazioni ed agli esercizi commerciali.
Faccio notare peraltro che esistono già situazioni di tal genere (pista di via Riva Reno) e che sono numerosi i marciapiedi che prevedono la convivenza (civile) tra pedoni e ciclisti.
Non mi sfuggono i problemi di sicurezza, per i ciclisti stessi e per gli altri utenti della strada, a partire dai pedoni, che tali misure possono comportare. E’ chiaro (ma questo vale in ogni caso ed in ogni situazione) che dovrebbe essere usata, soprattutto in tali circostanze, la massima prudenza, nell’interesse di tutti.
Il problema della disciplina, del senso civico e del rispetto dei diritti altrui è peraltro un problema generale e che tocca tutti, automobilisti, ciclisti, taxisti, guidatori di autobus e, perchè no?, anche i pedoni.
Paolo Natali
I pedoni più intolleranti nei confronti dei ciclisti sono gli automobilisti appena scesi dall’auto…
Al di là delle battute, sulla questione contromano e portici in bicicletta, Natali ha ragione nel merito ma non nel metodo. Nel merito i ciclisti spesso usano i portici e soprattutto vanno contromano nei sensi unici perché si tratta di sistemi naturali per arrivare dove vogliono arrivare senza trovarsi in mezzo alle auto in strade trafficatissime e pericolose. La pratica sarà forse fastidiosa per i pedoni e gli automobilisti ma non è certo pericolosa per loro (purché i ciclisti si comportino con il buon senso e il rispetto che meritano gli altri utenti della strada, cosa che peraltro fanno quasi sempre). Per quanto riguarda il pericolo, ricordo che si fatica a trovare nelle statistiche un pedone ucciso in un incidente contro una bicicletta mentre la strage dei pedoni (e dei ciclisti) è dovuta ai mezzi a motore, vera fonte di pericolo sulle strade. E’ quindi essenziale che il Comune ci aiuti a uscire dalla clandestinità e studi un sistema di circolazione contromano (v. Reggio Emilia) e consenta l’uso di alcuni portici anche ai ciclisti (attenzione che dietro ai ciclisti però non si infilino contromano e sotto i portici i mefitici rumorosi e micidiali motocicli, come succede purtroppo di frequente).
Nel metodo però raccomanderei a Natali e a tutti i politici locali favorevoli alla mobilità sostenibile di evitare dichiarazioni estemporanee facilmente strumentalizzabili e di operare concretamente, e in stretto contatto con la cittadinanza, per un nuovo piano mobilità a misura di utenza debole (ricordo tra l’altro che chi è costretto a girare in carrozzella scopre continuamente di avere la strada sbarrata da barriere architettoniche). Abbiamo bisogno di buoni fatti e non (solo) di buone parole.