Bike networking
La foto qui sopra (di Luca Calandriello) raffigura l’opera dell’artista finlandese Kaarina Kaikkonen appositamente ideata per Art First e allestita in Piazza Calderini a Bologna. A prima vista somiglia a tanta action painting e ricorda per certi versi la tecnica del dripping di Jackson Pollock. Ma a guardarla con attenzione si capisce che non è così e quei 120 ciclisti che sabato sera erano in quella piazza per Pedalare con arte, sanno che quell’opera non ha nulla a che fare con la pittura. Quella immagine raffigura infatti in prospettiva dal basso un grande albero della piazza “addobbato” con capi d’abbigliamento dall’artista finlandese che è capace di creare landscapes di grande impatto utilizzando solo indumenti. Il titolo dell’opera è Networking 2010 e ci offre lo spunto per parlare di un altro network che abbiamo visto sabato scorso: un bike network che ha sancito la connessione per una volta a Bologna, delle tante tribù della bicicletta che hanno sfilato assieme. C’erano giovani e meno giovani (finanche un bimbo di meno di due anni), studenti e genitori, bolognesi e non (c’era anche una ragazza olandese, un ragazzo tedesco e diversi giunti dalla provincia). E poi c’erano tante biciclette, diverse tra loro ma sempre biciclette: pieghevoli, a scatto fisso, city bike e mountain bike, bici da corsa e da città, da passeggio e da trasporto e anche bici uniche e non convenzionali come quella di Federico che è degno rappresentante di quei Cranksters che abbiamo visto a Bologna il mese scorso. Insomma in un centro storico in certi tratti ingolfato da auto, una carovana di ciclisti luccicanti ha mostrato alla città che Bologna è pedalabilissima anche d’inverno. E godibilissima soprattutto quando l’arte la invade. Questo i bolognesi, e non solo quelli in bicicletta, lo hanno capito da tempo. Hanno capito che Bologna può svegliarsi, ma deve farlo Here and now per dirla con le parole di Julia Draganovic che quest’anno ha curato l’esclusivo itinerario di Art First presentandolo ai ciclisti prima della partenza da piazza Maggiore. Un gesto di cortesia al quale se ne sono aggiunti altri nel corso della ciclopasseggiata: da parte della Fondazione del Monte che ha regalato il catalogo della mostra su Zavattini a tutti i presenti; da parte dello Studio Cinquerosso per il ristoro offerto; da parte di Syusy Blady per averci ricordato che c’è un po’ di nomadismo in ogni ciclista e che anche le piste ciclabili possono essere removibili e percorribili. Invito che puntualmente è stato raccolto.