La disfida della rotonda
Le rotonde sono pericolose per i ciclisti, lo dimostra se fosse necessario l’ennesimo incidente serio capitato l’altro giorno a Bologna. Da parecchio tempo Monte Sole e la Fiab invocano la costruzione di rotonde amichevoli per ciclisti e pedoni, le tecniche ci sono, basta applicarle. Più serio il problema per le rotonde già costruite, per le quali sarebbero indispensabili interventi di ristrutturazione. Nel frattempo per evitare di finire sotto una macchina o un camion io utilizzo la seguente tecnica. All’avvicinarsi della rotonda non tengo più la destra, previa segnalazione con la mano sinistra mi porto invece verso il centro della corsia e poi impegno la rotonda cercando ancora di mantenermi al centro della stessa, fingendo cioè di guidare un’auto, prendendomi tutto lo spazio disponibile e rendendomi quindi molto visibile. Con ampia segnalazione della mano destra, e controllando sempre chi eventualmente tentasse di sorpassarmi a destra, imbocco l’uscita che mi interessa. Finora questo sistema ha funzionato senza problemi, auto e camion mi restano dietro nella corsia di imbocco quindi non posono schiacciarmi a destra come è successo alla signora dell’incidente e in numerosi altri casi. Infatti ciò che rende pericolose le corsie d’accesso alle rotonde è l’invisibilità del ciclista che tiene la destra, in quanto gli automobilisti tendono a guardare verso sinistra, da dove cioè proviene il traffico che ha diritto di precedenza. Una volta dentro la rotonda poi gli automobilisti tendono a uscirne più in fretta che possono, rischiando di travolgere il ciclista che stia, per così dire, “strisciando” lungo il bordo destro della rotonda, cosa che io non faccio mai. In sostanza un po’ di spavalderia salva la pelle.