Bici Contromano in Francia
A Bologna ad esempio, sarebbe possibile pressoche’ in tutto il centro storico ma da noi non si va oltre gli annunci, purtroppo.
Eccovi qui sotto la notizia tratta dal quotidiano La Stampa a firma di Giulio Mangano
Se in estate andrete in Francia, magari in vacanza, potreste imbattervi in insoliti cartelli stradali. Dal 1° luglio entrerà in vigore la normativa (introdotta progressivamente e in aree ristrette) che permette ai ciclisti, in base ad un decreto del 30 luglio 2008, di percorrere nelle due direzioni anche le strade a senso unico. Soprattutto nelle cosiddette «zone 30», quartieri tranquilli sempre più diffusi in Francia, nei quali la circolazione dei veicoli a motore, auto o moto, non può superare i 30 km/h.
La nuova norma ha valore in tutto il Paese, salvo deroghe dei singoli comuni. Alle migliaia di amministrazioni locali basterà apporre un cartello aggiuntivo all’ingresso degli attuali sensi proibiti, che reciti «sauf vélos» (escluse le bicilette) e, all’altro lato della strada, un cartello che avvisi gli automobilisti della possibilità di incrociare ciclisti in senso inverso. La richiesta di ottenere la circolazione nelle due direzioni è una rivendicazione di vecchia data dei ciclisti francesi, forti di analoghe concessioni in altri Paesi europei, specie Olanda e Germania. «Non sarà certo peggio di quando, in una stretta stradina di campagna, due vetture si incrociano in direzioni opposte: tutti rallentano un attimo» dice Kiki Lambert, presidente dell’associazione MDB («Mieux se Deplacer en Bicyclette», «meglio muoversi in biciletta»).
D’altra parte già nel 2008 il centro studi su reti, trasporto e urbanizzazione (www.certu.fr) che dipende dal governo, pubblicò una ricerca sui rischi derivanti da questa proposta: nei 5 anni del test, nessun ciclista è rimasto ferito in incidenti verificatisi nelle 25 stradine a «controsenso ciclabile» di una cittadina alsaziana di 25mila abitanti, Illkirch-Graffenstaden, meno di 10 km a sud di Strasburgo, che già adotta la soluzione. I più sorpresi pare siano stati i pedoni. Come ha dichiarato il presidente dell’associazione di categoria, Jean Paul Lechevalier, «bici che circolano silenziose in senso non abituale costituiscono un rischio, soprattutto per gli anziani». Ma mentre anche Parigi, come Grenoble o Strasburgo, sta installando i nuovi segnali nei suoi 65 quartieri in regime di «zona 30», già alcune città provvedono a installare sulle piste ciclabili mini-semafori riservati alle due ruote, sistemati prima dei semafori tradizionali. È il caso di 13 incroci di Angers nei quali le segnalazioni dedicate si accendono una decina di secondi prima del verde e invitano i ciclisti ad avviarsi lentamente.