Lettera al Ministro Prestigiacomo
A fine luglio Francesco De Grande aveva raccontato, non senza qualche punta d’ironia, della misera sorte in cui versa il bike sharing a Siracusa, la città dell’attuale Ministro dell’ambiente Stafania Prestigiacomo.
Siamo felici di constatare altrettanta indignazione nei vertici della Fiab che, raccogliendo le segnalazioni delle associazioni locali, a firma del suo Presidente Antonio Dalla Venezia ha inviato una lettera aperta al Ministro lamentando l’inutilizzo delle 570 biciclette normali ed elettriche che sono state donate alla città di Siracusa in occasione del G8 ambiente che si è svolto in quella città nel giugno scorso.
Mestre, 7 agosto 2009
Al Ministro dell’Ambiente
On. Stefania Prestigiacomo
ROMA
Egregio Ministro,
la FIAB Federazione Italiana Amici della Bicicletta onlus, riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente quale associazione nazionale di protezione ambientale con DM 28 maggio 2004, facendo proprie le segnalazioni pervenute dall’Associazione Aretusa Bike FIAB di Siracusa e dal Coordinamento delle Associazioni FIAB Sicilia, intende evidenziare l’inerzia dell’Amministrazione comunale di Siracusa nella promozione della mobilità in bicicletta nonostante un servizio di bike sharing finanziato dal Ministero dell’Ambiente.
la FIAB Federazione Italiana Amici della Bicicletta onlus, riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente quale associazione nazionale di protezione ambientale con DM 28 maggio 2004, facendo proprie le segnalazioni pervenute dall’Associazione Aretusa Bike FIAB di Siracusa e dal Coordinamento delle Associazioni FIAB Sicilia, intende evidenziare l’inerzia dell’Amministrazione comunale di Siracusa nella promozione della mobilità in bicicletta nonostante un servizio di bike sharing finanziato dal Ministero dell’Ambiente.
In particolare, in una delle città più inquinate d’Italia, in occasione del G8 dell’Ambiente, è arrivato un regalo dal Suo Ministero: 450 biciclette, 120 biciclette elettriche a pedalata assistita e 19 macchine elettriche. Il servizio di bike sharing con 15 punti diffusi per la città, con 120 biciclette e qualche bici elettrica ancorate agli stalli dotati di un sistema di video sorveglianza, dovrebbe servire ad abituare i siracusani allo spostamento urbano in bicicletta per le piccole distanze. Il tutto al fine di aiutare a decongestionare il traffico e abbassare il livello delle emissioni.
Il sistema montato a Siracusa è lo stesso di altre 35 città italiane, ma è uno dei pochissimi a cui alla bicicletta di tipo tradizionale è stata affiancata quella a pedalata assistita, utile per superare le pendenze della città.
Come sta andando il servizio? Il servizio di noleggio è entrato in funzione il 21 aprile scorso, ma sono poche le biciclette bianco-verde che si sono viste in giro. Poche decine i virtuosi che si sono abbonati anche perché accedere all’abbonamento è un po’ macchinoso: solo due ore al giorno, con l’esclusione del sabato e domenica, presso la sede del gestore. Increduli i turisti nel sentirsi rispondere che le bici sono al momento a disposizione dei residenti. Imbarazzati anche i vigili urbani che non sanno cosa rispondere a quei turisti.
Nonostante la fortuna per i cittadini di Siracusa di aver ricevuto, proprio grazie al Suo personale interessamento, un parco biciclette utile per iniziare la battaglia contro le emissioni di CO2 e andare verso quelle politiche di mobilità attuate in tutta Europa, il GO-BIKE non ha avuto una presentazione ufficiale, nè un convegno, nè una vera e propria campagna pubblicitaria del servizio a cui si vorrebbe che accedano i siracusani.
Oltre allo spreco di risorse determinate dal mancato utilizzo e valorizzazione, da parte dell’Amministrazione comunale di Siracusa, di un parco bici pubbliche e altri mezzi ecologici è singolare che, mentre da un lato l’European Cyclists’ Federation chiede ai sindaci di tutte le città europee di firmare la “Carta di Bruxelles”, per impegnarsi ad adottare adeguate politiche della mobilità sostenibile al fine di far lievitare la media europea degli spostamenti in bici al 15% di modal share entro il 2020, in Italia ci siano città come Siracusa, ma non è purtroppo la sola, che non comprendono quale sia il ruolo strategico della bicicletta come mezzo di trasporto del futuro perché ad emissioni zero.
Segnaliamo pertanto questa singolare situazione siciliana non tanto per le determinazioni che si vorranno prendere, ma soprattutto per evidenziare come in Italia manchi ancora una politica nazionale della mobilità ciclistica (che non vuol dire assolutamente solo bike-sharing) all’interno di un sistema di trasporti integrato e sostenibile e come si avverti la mancanza di un unico referente nazionale come il “Servizio Nazionale della Mobilità Ciclistica” che per anni la FIAB ha richiesto venisse istituito all’interno del Ministero dell’Ambiente e che svolgesse un ruolo di cabina di regia nel promuovere, coordinare e finanziare gli interventi a livello nazionale.
Il sistema montato a Siracusa è lo stesso di altre 35 città italiane, ma è uno dei pochissimi a cui alla bicicletta di tipo tradizionale è stata affiancata quella a pedalata assistita, utile per superare le pendenze della città.
Come sta andando il servizio? Il servizio di noleggio è entrato in funzione il 21 aprile scorso, ma sono poche le biciclette bianco-verde che si sono viste in giro. Poche decine i virtuosi che si sono abbonati anche perché accedere all’abbonamento è un po’ macchinoso: solo due ore al giorno, con l’esclusione del sabato e domenica, presso la sede del gestore. Increduli i turisti nel sentirsi rispondere che le bici sono al momento a disposizione dei residenti. Imbarazzati anche i vigili urbani che non sanno cosa rispondere a quei turisti.
Nonostante la fortuna per i cittadini di Siracusa di aver ricevuto, proprio grazie al Suo personale interessamento, un parco biciclette utile per iniziare la battaglia contro le emissioni di CO2 e andare verso quelle politiche di mobilità attuate in tutta Europa, il GO-BIKE non ha avuto una presentazione ufficiale, nè un convegno, nè una vera e propria campagna pubblicitaria del servizio a cui si vorrebbe che accedano i siracusani.
Oltre allo spreco di risorse determinate dal mancato utilizzo e valorizzazione, da parte dell’Amministrazione comunale di Siracusa, di un parco bici pubbliche e altri mezzi ecologici è singolare che, mentre da un lato l’European Cyclists’ Federation chiede ai sindaci di tutte le città europee di firmare la “Carta di Bruxelles”, per impegnarsi ad adottare adeguate politiche della mobilità sostenibile al fine di far lievitare la media europea degli spostamenti in bici al 15% di modal share entro il 2020, in Italia ci siano città come Siracusa, ma non è purtroppo la sola, che non comprendono quale sia il ruolo strategico della bicicletta come mezzo di trasporto del futuro perché ad emissioni zero.
Segnaliamo pertanto questa singolare situazione siciliana non tanto per le determinazioni che si vorranno prendere, ma soprattutto per evidenziare come in Italia manchi ancora una politica nazionale della mobilità ciclistica (che non vuol dire assolutamente solo bike-sharing) all’interno di un sistema di trasporti integrato e sostenibile e come si avverti la mancanza di un unico referente nazionale come il “Servizio Nazionale della Mobilità Ciclistica” che per anni la FIAB ha richiesto venisse istituito all’interno del Ministero dell’Ambiente e che svolgesse un ruolo di cabina di regia nel promuovere, coordinare e finanziare gli interventi a livello nazionale.
Il Presidente della FIAB
Antonio Dalla Venezia
Antonio Dalla Venezia