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Sarà Bologna la tappa conclusiva del “giro d’Italia” in risciò. Rocco Marvaso, non è nuovo a queste imprese, nel 2007 aveva già percorso in risciò un percorso che da Monaco di Baviera lo aveva portato a Genova. Per questa nuova impresa, il quarto viaggio che compie in risciò, anzi in rikscha, Rocco ha deciso di percorrere 550 km. Parito il 21 marzo da San Giovanni Rotondo arriverà a Bologna domenica 10 aprile mattina in piazza del Nettuno.
Sul suo blog Rocco racconta in una sorta di diario elettronico di viaggio la sua esperinza e le motivazioni che lo hanno spinto a intraprendere questo ennessimo viaggio: “Viaggerò anche stavolta sul medesimo veicolo mosso da energia umana, chiamato Risciò o Rickshaw o Rikscha, ad una velocità (pardon: lentezza) tale da vivere il paesaggio e la vita attorno in tutt’altra maniera sia di un viaggio a motore, sia anche di un viaggio con una normale bicicletta. Questa dimensione è invece piuttosto simile al viaggio a piedi, o al viaggio a dorso d’asino o cavallo. A differenza di questi ultimi, però, anch’essi basati sull’utilizzo per lo spostamento di sola energia metabolica, l’utilizzo del risciò da una parte preclude le mulattiere e strade sterrate tradizionalmente percorse dagli animali e dai viaggiatori a piedi, mentre d’altro canto permette di percorrere quelle stesse strade extraurbane che di solito vedono come utente unico il veicolo motorizzato”.
“A Bologna – sottolinea Rocco – c’è un movimento di persone che si adopera per sensibilizzare cittadini e politici locali affinché nel centro della città ci sia una zona libera da traffico motorizzato. Vorrei lasciare il mio risciò a queste persone (l’associazione si chiama Primavera Urbana) perché lo utilizzino per trasportare, gratis o con una piccola offerta, i cittadini nel centro di Bologna”.