Frammenti dalla quinta edizione della Ciemmona
Si potrebbe cominciare così: “Nun hai capito, a quella ragazza ‘a licenziano perché tu stai su ‘a graziella” Ci sono scene che passano come una saetta. E ti rimangono in mente come un frammento, che a distanza di giorni toglie gli elementi in eccesso e ti consegna l’essenza della cosa. È passata una settimana dalla Ciemmona romana e di scene ne frullano ancora a bizzeffe. Perché più di duemila biciclette che scorazzano per Roma, affrontano la tangenziale, ululano nelle gallerie, nei sottopassi, fino a fare festa al Pincio, di scene ne regalano. Brutte e belle, sorridenti e a tratti anche preoccupanti. Perché non è normale che uno vada in giro con una mazza da baseball nel portabagagli. E che – bloccato dalle bici – scenda urlando cose irriproducibili per affrontare a brutto muso un inerme ciclista…e resosi conto che piano piano le bici crescono, torna indietro, apre il portabagagli e si presenta con una simil mazza da baseball/manganello. Ma questo non è normale a prescindere dalla Critical Mass. Non è normale nemmeno che si finisca a slogan politici. E che chi va in bici è una zecca e l’automobilista è ‘n fascio. Devo dire: non vivo a Roma, quindi forse il clima di questi giorni – a provarlo dal vivo – per me è stata una novità, ma un bel po’ di amaro in bocca l’ha lasciato. Non è normale nemmeno che una volta che hai bloccato una colonna di macchine devi per forza stare lì a ripetere come un ossesso spegni er motore, devi da spegneee. Eddai, scorri, scorri, pedala e sorridi.
Ma forse è anche spirito di rivalsa – con un pizzico di vendetta – di chi ogni giorno prova sulla propria pelle l’inaudito dei mostri metallici che arpionano come i rostri della biga in Ben-Hur (per inciso: fatevi due risate, inserite su google “rostri Ben-Hur” escono anche cose come questa che riproduco: “ma per quale cazzo di motivo dovete mettere cazzate illegali sulla macchina per personalizzarvela? Ma chi l’ha detto che deve rispecchiare la vostra personalità? La macchina è uno strumento. E basta. Se io per esprimere la mia personalità volessi metterci i rostri stile Ben Hur? E non dite che è pericoloso. Anche luci di colore diverso o in posizioni improbabili lo sono. E una marmitta rumorosa rompe i coglioni alquanto. Vi auguro di trovare solerti agenti di polizia stradale: 343 euri di contravvenzione e ritiro del libretto per andare a revisione. E vi mandano alla motorizzazione, non dal meccanico compiacente. Truzzi!”). E ancora, non è normale che vivi praticamente imbottigliato e per un giorno che sei bloccato dalle bici è loro la colpa del passato, del presente e anche del futuro. Ma che bella la bici a due piani che sorvola il macchinone e tutti e due che la prendono a ridere. Che bella la scena del tipo che si affaccia alla finestra a petto nudo e dedica uno stornello alle bici: “Se beccamo stasera ar Pincio”. Eh già, ar Pincio. Dove la festa esplode ed esplodono anche un po’ di razzetti e fuochi d’artificio. Ma che brutta la scena, prima, a Piazza del Popolo, dove arriva un gruppo di Forza Nuova a prendere, diciamo così, in giro i ciclisti. E la manganellata se la becca uno in bici. Ar pincio. Dove fra uno stornello e l’altro – è arrivato il tipo della finestra con la chitarra – si scambiano due chiacchiere con Chris Carlsson. E ci scappa anche una battuta registrata al volo con video da macchinetta fotografica. Il risultato tecnico è pessimo, ma l’emozione è tanta. Che bello Chris Carlsson, che sul suo biglietto da visita scrive: writer, editor, producer, book&multimedia design. Ma che per molti è l’ideatore della Critical Mass. Che seduto sul prato, con la sua barba e la coppoletta bianca di cotone leggero parla con tutti, racconta di Nowtopia– il suo ultimo libro – di “social trasformation” e di “come i pirati dell’informatica, i ciclisti urbani e i guerriglieri del verde” stiano inventando un futuro diverso. E tutto con un’energia bambina e un modo di fare davvero old school che viene da una bella America lontana. E allora, a una settimana di distanza, in mente continua a girare l’espressione “I hope you like bike”. Con sotto, sempre, gli stornelli romani.
Grazie Alessandro del denso racconto, 3 giorni immersi nel soave ticchettio della ruotalibera e di qualche gentile stridio di freni, Roma sembrava veramente un’altra… Peccato per le ultime, ridicole due ore, trascorse come fossimo teppisti da stadio, sequestrati all’interno della stazione della Metro e circondati da decine di poliziotti in assetto anti-sommossa senza alcun plausibile motivo se non quello di poter rovinare con i nostri colori l’accostamento grigio-blu-verde militare delle loro divise e dei carriarmati in sfilata ai fori imperiali…
Il punto più basso è stato toccato quando ad una di noi è stato imposto, da agenti in borghese, di indossare la felpa a rovescio perchè riportava la scritta “Critical Mass”…indubbiamente eversiva 😀
Nello squallore dell’accaduto una nota positiva, il carattere “orizzontale” della CM ha tolto ogni riferimento alla forza pubblica, non essendoci un’organizzazione e non esistendo un “leader” la polizia non aveva riferimenti e ha dovuto necessariamente riconoscere pur non ammettendolo che non c’era alcuna ragione di sequestrare una cinquantina di ragazzi che tornavano dal mare in bicicletta…